Per
un lungo periodo ho prodotto una quantità di latte che è proprio il caso di
definire galattica. E non se ne voleva proprio andare. Latteria,
Centraledellatte, forse Mammucca era il nomignolo più carino…
Circa
un anno fa sono stata costretta a casa per quasi tre mesi, durante i quali si è
verificata la mia trasformazione. Finalmente il latte se n’è andato (Evviva!) e
con lui anche la Mammucca, ma al suo posto è comparsa la Mammhatta. Che cos’è?
Un essere altrettanto compulsivo, sicuramente matto, che crea cappelli.
“Eh si, sembra che sei
proprio matta, fusa. Ma ti rivelo un segreto: i migliori sono matti.”
Grazie Lord Ascot,
grazie di cuore. Sebbene qualche volta possa assomigliare anche ad Alice,
soprattutto quando ho a che fare con lo Stregatto, che come ben sai ho sposato - ma questa è un’altra storia -, di certo spesso mi trasformo nel Cappellaio (Hatter o Hatta, nelle opere di Carrol).
E così faccio
cappelli, cerco filati per cappelli, bottoni per cappelli, accessori per
cappelli.
Da piccoli cerchi di
filo si snodano girotondi, volute, spirali. Nella notte prendono forma, si animano,
mi cancellano l’idea iniziale e mi suggeriscono altre vie, un decoro, un
insolito abbinamento di materiali.
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